Tutti in moto!

a cura di Daniela Fonti e Filippo Bacci di Capaci
PALP Palazzo Pretorio Pontedera
Museo Piaggio

9 dicembre 2016 | 18 aprile 2017

Con la grande mostra Tutti in moto! Il mito della velocità in cento anni di arte, a cura di Daniela Fonti e Filippo Bacci di Capaci, il 9 dicembre 2016 apre al pubblico, col nome PALP, il Palazzo Pretorio di Pontedera, riconvertito dopo imponenti lavori di restauro a nuovo spazio espositivo della città.
Promossa dalla Fondazione per la Cultura Pontedera, dal Comune di Pontedera e dalla Fondazione Piaggio, con il patrocinio dalla Regione Toscana, la mostra è dedicata interamente al mito della velocità e al suo riflesso nelle arti figurative, negli ideali di vita e nel costume sociale degli italiani, dalla fine del XIX secolo agli anni del boom.
Il tema della velocità, spesso associato all’idea del viaggio e alla diffusione dei trasporti su rotaia, affiora nell’arte italiana alla fine dell’Ottocento e finirà per caratterizzarla profondamente in alcune sue stagioni, in conseguenza del rapido evolversi delle scoperte e delle applicazioni industriali ai mezzi di locomozione.
La mostra Tutti in moto! Il mito della velocità in cento anni di arte ha come sede principale il Palazzo Pretorio di Pontedera ed una sezione al Museo Piaggio dedicate alle grandi opere. Sempre al Museo Piaggio viene ospitata la mostra fotografica Futurismo, velocità e fotografia, curata da Giovanni Lista, che documenta l’approccio dei Futuristi alla velocità come mito della modernità.
Le due mostre proseguiranno sino al 18 aprile 2017.
La mostra a Palazzo Pretorio
La mostra Tutti in moto! Il mito della velocità in cento anni di arte ospitata a Palazzo Pretorio si apre su un’Italia ancora agreste, segnata dal tempo lento delle stagioni, in cui ci si sposta ancora prevalentemente a piedi o a cavallo, e per mare si va a remi o vela. Poi arrivano le macchine, la velocità, cambia il mondo e cambia il modo di rappresentarlo. In questa trasformazione ci guidano le
sale successive del palazzo, ognuna dedicata ad un distinto mezzo di locomozione: il treno, il tram, il piroscafo, la bicicletta, l’automobile, l’”omnibus”, la motocicletta, sino alla mongolfiera, l’aerostato, e l’aereo a motore. Oltre ducentocinquanta opere, tra dipinti, sculture, fotografie e manifesti di altrettanti grandi autori dell’arte italiana – da Fattori, a Bianchi e Viani, sino a Ziveri, passando per Severini, Baldessari e Carrà, o Boccioni, Balla e Depero – per sintetizzare il riflesso prodotto sull’immaginari collettivo da questi mezzi meccanici in continua evoluzione. Il percorso si conclude con la sensazionale progettazione della Vespa che compie quest’anno i suoi gloriosi settant’anni.
La prima sala racconta il nostro passato, le nostre tradizioni, come eravamo, da dove siamo partiti; presenta un paese ancora rurale, ma già avviato ad una veloce modernizzazione. A raccontarlo, le tele di Fattori, Ferrazzi, Moses Levy, Viani, mentre le sculture di Cambellotti e le opere di Marino Marini ci parlano del mito arcaico che abita ancora le terre italiane.
Il paesaggio urbano intanto si è animato per la presenza del tram, facilitando gli spostamenti e favorendo l’estendersi delle città, che inesorabilmente ingoiano la campagna. Le strade si disegnano con l’affascinante tracciato lineare delle rotaie (Carlo Levi, Primo Conti), più tardi compenetrate con le insegne stradali nelle opere futuriste, mentre le stazioni ovunque determinano una nuova polarità urbana e affascinano per le grandi hall vetrate piene di fumo (Boccioni, Moses Levy). Intanto da diversi decenni il treno ha reso facili gli spostamenti sulle lunghe distanze mentre le locomotive – dipinte fin dalla fine dell’ottocento come enormi e benevoli mostri fumanti, emergono con possanza dagli schermi dei Lumière come dalle tele dei futuristi (Boccioni, Carrà, Bonzagni).
Insieme al treno, la nave ha reso più piccolo il mondo, favorendo gli scambi fra continenti diversi. I pittori, dai porti di mare della penisola, registrano il fervore dei cantieri (Viani), ma anche il silenzio metafisico che avvolge i grandi piroscafi dalle prue incombenti sulle banchine (Ram, Thayaht).
Poi ecco l’automobile, “più bella della Vittoria di Samotracia” come proclama Marinetti, che affascina come simbolo assoluto della modernità e si diffonde nelle classi alte della popolazione in coincidenza con l’esplosione del verbo futurista (Cambellotti, Balla). Sarà l’ispiratrice di molte tele futuriste (Balla), insieme alla motocicletta, quest’ultima prediletta per l’assimilazione e la compenetrazione fra pilota e motore (Dottori, Sironi, Giannattasio, Pannaggi, Tato e BOT). Nel secondo dopoguerra, poi, con
l’approssimarsi della motorizzazione di massa, automobili e moto ispireranno per la loro forma aerodinamica gli scultori della nuova stagione astratta (Franchina).
In mezzo ai bolidi meccanici a due ruote, la bicicletta spicca come il mezzo semplice e geniale che ci accompagna dalla metà dell’Ottocento, prima legato al bon ton della borghesia, poi diffuso in ogni strato sociale. Nei quadri di Gentilini e Viviani mantiene intatto l’incanto originario, mentre il senso dinamico generato dal baluginare dei raggi delle ruote affascina, come accade per la moto, i futuristi, (Severini, Dottori, Boccioni, Cangiullo).
È stato certo il Futurismo a dare nell’arte e nella letteratura la spinta fondamentale all’esaltazione del dinamismo e della velocità meccanica. Nel 1929, sulla suggestione delle imprese aeree dei trasvolatori, nasce una nuova corrente pittorica, l’Aeropittura, nella quale si assisterà alla multiforme celebrazione del tema del volo, dalla prima enfatizzazione eroica alla cupa atmosfera delle incursioni di guerra, descritte nelle opere di (Tato, Thayaht, Regina, Depero, Dottori, Crali, Sironi, Peruzzi, Nomellini,
Marinetti, Munari) . La suggestione della velocità si estende in ambito futurista anche ai mezzi navali.
Gli artisti restituiscono sulle tele il fascino dei grandi piroscafi che svettano all’orizzonte dei porti italiani e solcano gli oceani, di lì a poco carichi di migliaia di italiani costretti sulle vie dell’emigrazione.
Nella Italia uscita sconfitta dalla guerra, il tram, il treno e la bicicletta sono di nuovo i simboli di un paese che prova a ritrovare unità e dignità nello sforzo della ricostruzione, un’Italia alla quale l’industria riconvertita alla pace regalerà, con la Vespa, il sogno di una gioia ritrovata e della speranza nel futuro.
Il percorso espositivo presenterà anche manifesti cinematografici degli anni Trenta/Sessanta che integrano il racconto proposto dalle opere d’arte, una raffinata selezione di rara editoria futurista e un documentario curato da ArtDocFestival, dal titolo Tutti in moto!, che illustra in modo vivace, con un montaggio di frammenti di film d’epoca e fotografie d’archivio, la diffusione dei nuovi mezzi di trasporto nel nostro paese e il modo nel quale essi furono percepiti dalla sensibilità comune come oggetti
sorprendenti ed eccezionali, in grado di modificare profondamente la vita degli italiani e la percezione del paesaggio urbano e agricolo.
Le mostre al Museo Piaggio La mostra Tutti in moto! Il mito della velocità in cento anni di arte prosegue nei grandi locali del

Museo Piaggio con l’esposizione di ben 21 opere di grande formato che ripercorrono i temi affrontati a Palazzo Pretorio. L’esposizione è arricchita da alcuni preziosi veicoli che hanno fatto la storia della velocità su due ruote.
La sezione del Museo Piaggio della mostra Tutti in moto! viene affiancata dell’originale esposizione Futurismo, velocità e fotografia, curata da Giovanni Lista, illustre studioso delle avanguardie storiche. Attraverso più di cento fotografie di grandi autori (tra i quali i fratelli Bragaglia, Tato, Azari, Bellusi, Boccardi e Bertoglio) provenienti dalle più famose collezioni mondiali, la mostra documenta il carattere molteplice dell’approccio estetico e formale dei Futuristi al dinamismo, all’aerodinamismo e
alla velocità. La mostra è articolata su due livelli svolti in modo parallelo, l’incidenza delle macchine e dei campioni della velocità nella storia del movimento futurista e la ricerca dei Futuristi nel campo della fotografia, ed è arricchita dall’esposizione di macchine fotografiche d’epoca.

Catalogo
Entrambe le mostre sono corredate da un catalogo a cura di Daniela Fonti e Filippo Bacci di Capaci, con testi di Enrico Bittoto, Filippo Bacci di Capaci, Giancarlo Carpi, Rossella Caruso, Daniela Fonti, Giovanni Lista, Alessandro Orsucci, Susanna Ragionieri, Umberto Sereni, Claudia Terenzi (Bandecchi & Vivaldi).
La Fondazione per la Cultura Pontedera si avvale della collaborazione di Museimpresa – Associazione Italiana Archivi e Musei d’Impresa, Fondazione Piaggio, Fondazione Guggenheim – Venice, Futur-ism – Associazione Culturale, Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni, Fondazione Spadolini Nuova Antologia, Wolfsoniana Palazzo Ducale – Fondazione per la Cultura Genova, “Il
Divisionismo” – Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, Galleria comunale d’arte moderna e contemporanea di Roma, Museo Fondazione Primo Conti – Fiesole, Fondazione Carlo Levi – Roma, Fondazione Marino Marini – Pistoia, Archivio Sironi di Romana Sironi – Roma, Archivio opere Lorenzo Viani, Enrico Dei – Viareggio, Associazione per il patrocinio e la
promozione dell’opera di Mario Sironi – Milano, Associazione per il patrocinio e la promozione delle figura e dell’opera di Ernesto e Ruggero Alfredo Michahelles – Firenze, Archivio Romana Severini – Roma, Archivio Severini Franchina – Roma, Archivio dell’opera di Duilio Cambellotti – Roma, Raccolta museale “Regina” – Comune di Mede, Comune di Pisa, Camera di Commercio
Industria Artigianato Agricultura di Lucca e della disponibilità di molti generosi collezionisti.

PALP Palazzo Pretorio Pontedera
Piazza Curtatone e Montanara, Pontedera (PI)
Orario: da martedì a venerdì 10-19, sabato, domenica e festivi 10-20, lunedì chiuso
Ingresso: intero € 8, ridotto € 6
Tel. +39 0587 468487 – +39 331 1542017
e.mail info@pontederaperlacultura.it – www.palp-pontedera.it

Ufficio stampa
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